L' Isola e la luna

 

Una favola in due tempi di: MICHELE MAINARDI

La storia racconta di un'isola felice, distrutta dall'avidità dell'uomo, e di un bimbo, Andrés, che, affidato dalla madre alla onde del mare, viene raccolto da un gruppo di vagabondi e da loro cresciuto.

Diventato adulto Andrés sente il richiamo verso la sua isola d'origine e, trovati alcuni compagni di viaggio, parte alla sua ricerca.

In questa avventura egli incontra e sconfigge numerosi personaggi che simboleggiano quanto di negativo è presente nel nostro mondo: il Potere, il Denaro e la Guerra, elementi di distruzione morale e fisica collettiva; l'ambizione, il consumismo e la droga, forze che annientano la ragione di ogni individuo.

Il viaggio si conclude con la scoperta dei veri valori della vita, da cercare solo dentro ciascuno di noi e non al di fuori, come invece ci obbliga a credere la società moderna in cui viviamo.

Primo tempo

Secondo tempo

MADRE

BISOGNA FERMARLI
UN BAMBINO IL DELFINO
SETTE SETTIMANE LA FAMA
CON LA FACCIA AL SOLE LE SIRENE
COME MAI NON SI SPECCHIA LA LUNA NON VEDO, NON SENTO
COSA PORTERAI CON TE CERCATI
IL MARE DELLE NEBBIE TEMPESTA!
ICARO IO, RE DEL MONDO
CARILLON L'ISOLA E LA LUNA

 

Madre

Madre: T'ho generato in un'isola dolce
là dove il cielo nel mare si perde,
là, fra di noi, non cresceva l'invidia,
l'erba degli altri non era più verde.
Tutte le sere la gente correva
giù per i viottoli fino alla riva,
là ognuno dava la mano al vicino
e nella pace la luna saliva.

Ma, sopra navi di nuvole nere,
vennero un giorno denaro e potere,
diedero intorno un'occhiata allarmata,
dissero: "L'isola va devastata!
C'è troppo amore che vive qui intorno,
è meglio spargere notte sul giorno"
chiesero aiuto a un'amica, la guerra,
che ad uno ad uno ci coprì di terra.

Tutti morimmo, ma io feci in tempo
con le mie forze ormai quasi disfatte,
ad addormentarti col fiore del sonno
che mescolai al tuo ultimo latte:
sulla tua culla spalmai della pece
e t'affidai alle braccia del mare
poi venne buio e fu dolce pensare
che ti saresti potuto salvare.

Andres...

Coro: T'accompagni questo nome d'antico suono,
non dimenticare mai che vuol dire "uomo"
e domani potrà darti coraggio
nel ricordarti che sei uomo e non un ingranaggio

Madre: Arrivederci, Andres, buona fortuna.
Dentro ti resti questo sogno: l'isola e la luna!

Indice

Un bambino

Vagabondo: Vongole, patelle, ossi di seppia, stelle, sassi, conchiglie, pettini, forcine, braccialetti, catenine, bottiglie.
Tutto quel che trovo sulla spiaggia lo raccolgo e lo vendo.
Beh, che cosa c'è di tanto strano se così mi mantengo?

La mia casa è di lamiera e di cartone,
chiamarla casa non si può.
Ma se piove in fondo mi ripara bene,
non mi lamento, questo no.
Venitemi a trovare e vi convincerò
che è facile scoprire un tesoro,
basta setacciare un po'...

La mia casa è di lamiera e di cartone,
chiamarla casa non si può.
Ma se piove in fondo mi ripara bene,
non mi lamento, questo no.
Venitemi a trovare e vi convincerò
che è facile scoprire un tesoro,
basta setacciare un po'...

Vongole, patelle, ossi di seppia, stelle, sassi, conchiglie,
pettini, forcine, braccialetti, catenine, bottiglie,
biglie colorate grandi e piccole, secchielli, stampini,
penne poco usate, cartoline riciclate, bambini...
bambini...? bambini...!

Coro: Un bambino, un bambino, un bambino, un bambino.
Un bambino, un bambino, un bambino, un bambino.

Sol. 1: Chi lo sa com'è arrivato?

Sol. 2: Chi lo sa chi l'ha portato?

Sol. 3: Qui da solo non può esserci venuto!

Coro: Un bambino, un bambino, un bambino, un bambino.
Un bambino, un bambino, un bambino, un bambino.

Sol. 4: Fate piano sta dormendo...

Sol. 5: Di sicuro sta sognando...

Vagabonda: E che sogno bello fa, sta sorridendo!

Sol. 6: Forse qualche madre "poco madre" l'ha lasciato stanotte:
una che sa dare sempre un colpo al cerchio ed uno alla botte.

Sol. 7: Forse è frutto del peccato, forse è figlio della vergogna:
quella che nascondere, confondere, coprire bisogna.

Sol. 8: Guarda guarda quanto sale sulla pelle,
mi sto chiedendo come mai?

Sol. 9: Guarda guarda questa pece sulla culla,
mi sta venendo un dubbio, sai?

Sol. 10: Per me questo bel tipo arriva da laggiù,
è stato giorni e giorni per mare,
basta, non ne so di più...

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Sette settimane

Coro: Giro, giro, giro, giro, giro
Giro tondo
Giro, giro tondo, benvenuto in questo mondo
Giro, giro tondo, benvenuto in questo mondo
Giro, giro tondo, benvenuto in questo mondo
E dopo una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette settimane
E dopo una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette settimane

Sol. 1: Il fumo delle ciminiere vedrai che ti farà piacere
e non ti farà più spavento questa città col suo cemento.
Avrai un po' di verde per giocare...

Sol. 2: Un metro per un metro, per di più condominiale.

Coro: E dopo una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, settimane.

Sol. 3: Andrai a scuola ad imparare le cose giuste che puoi fare
e quasi ti faran la pelle se ruberai due caramelle.

Sol. 4: Ma quando crescerai cambierà il vento:
se rubi due miliardi ti fan pure il monumento.

Coro: E dopo una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette settimane.

Sol. 5: Una mattina, quale onore!, andrai da solo in ascensore,
da dove metterai le dita dipenderà la tua salita:

Vagabonda: i primi piani sono da frustrato,
ma quando arrivi all'attico sei proprio un arrivato.

Coro: E dopo una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette settimane.

Coro: Ti farai la tua bella famiglia come la società ti consiglia,
firmerai le tue brave cambiali per la "tele" con cento canali...

Sol. 6: mentre lei, la tua metà, sempre più s'impegnerà
a far si che tutti quanti le ripetano così:

Coro: "Oh quante belle figlie Madama Doré!".

Vagabondo: Una la voglio per me!

Sol. 7: E poi da vecchio, con ragione,
richiederai la tua pensione,
l'aspetterai per qualche anno,
però, vedrai, te la daranno.

Sol. 8: Ma intanto la canzone è già finita.
Amico, detta in due parole, questa è la tua vita...

Coro: E dopo una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette settimane
E dopo una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette settimane

Giro tondo
Giro, giro tondo, benvenuto in questo mondo
Giro, giro tondo, benvenuto in questo mondo
Giro, giro tondo, benvenuto in questo mondo

Sol. 9: Andres... e così probabilmente questo è il tuo nome,
ma non indica una rotta, una direzione.

Vagabonda: Su vediamo che c'è nella tua culla
c'è solo questa strana cosa, guarda come è bella

Sol. 10: Questo una volta "carillon" era chiamato.
Ora lo so da dove vieni: vieni dal passato...

Coro: Senti che musica dolce,
mi sembra che venga da un mondo fantastico.
Note che toccano il cuore
più della mia nuova tastiera elettronica.
E mentre ascolto, tremando,
ti guardo e qualcosa mi dice che tu sei
semplice come le note del tuo carillon.

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Isole

Madre: Sono passati vent'anni da quando
io ti affidai alle braccia del mare
ed è a quell'uomo che sei diventato
che io dal vento ritorno a parlare.

T'ho generato in un'isola dolce e in te vorrei risvegliarne il ricordo
che nel tuo cuore, fra mille pensieri, è addormentato, però non è morto.

Andres: Lo so, è banale avere in mente un'isola incantata,
con una luna bianca che la guarda da vicino
e immaginare là una vita nuova, mai trovata,
con l'albero del pane che ti cresce nel giardino.
Lo so, lo so che poi si dice: "No, la vita è questa!
Smettiamo di sognare, dentro il fiato e giù la testa".
La folla dei pensieri torna come fosse vento
e il sogno a poco a poco si trasforma in un lamento.

Coro: Isole, isole, isole, isole. Isole, isole, isole, isole

Andres: Ma chi l'ha detto che non esistono,
chi ha detto mai che sono favole?
L'oceano è come un prato fertile,
dove fioriscono arcipelaghi.

E c'è da qualche parte la mia isola incantata,
un briciolo di verde in mezzo a un mare di velluto
e sento dentro me che non l'ho solo immaginata,
il sogno è così chiaro che mi sembra già vissuto.
Per questo, più che un sogno penso, invece, sia un ricordo,
qualcosa che fa piangere e sorridere ad un tempo,
qualcosa che fa parte del mio cuore, del mio corpo,
così come le voci che mi parlano nel vento.

Coro: Isole, isole, isole, isole

Andres: Ma chi l'ha detto che non esistono,
chi ha detto mai che sono favole?
L'oceano è come un prato fertile,
dove fioriscono arcipelaghi...
Un giorno arriverò sulla mia isola
e bacerò la terra e canterò.

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Con la faccia al sole

Settemari: Scusa, forse ti disturbo, il mio nome è Settemari
e li ho navigati tutti, ho doppiato capi e fari.
Ma la voglia di partire neanche oggi mi abbandona,
quella voglia di seguire una rotta che sia buona.

T'ho sentito parlare, amico, sai, m'ha fatto piacere
sapere che c'è qualcun altro che la pensa esattamente come me.
Sono nato sul mare e son cresciuto sempre sul mare,
da sempre do le spalle alla città: lei del mio mondo quasi niente sa.
È da tempo che rido di quelli che ridono,
non mi mettono in crisi se non mi capiscono.

Settemari + Andres:Vedo che stai con la faccia al sole,
che non ti sei fatto ingannare.
Vedo che stai con la faccia al sole,
che non ti sei fatto rubare
e respiri, e respiri, anche un poco per me.

Andres: Il tuo cuore sta battendo all'unisono col mio,
senti cose che io sento, pensi quel che penso anch'io.
Ma chissà lungo i tuoi giorni che esperienze t'han cresciuto,
quanti cieli, quanti mondi, quanti mari hai conosciuto...

Settemari: Ho viaggiato per mare quando più giovane era il mio cuore,
portando qua... là... la mia libertà: un marinaio in gabbia non ci sta.
E so un po' più segreti di quelli chiusi in quattro pareti,
t'aiuterò, vuoi? partiremo noi, seguendo il filo dei pensieri tuoi.
Punteremo la prua verso quella tua isola,
forse non ci sarà però, almeno, cerchiamola!

Settemari + Andres: Vedo che stai con la faccia al sole,
che non ti sei fatto ingannare.
Vedo che stai con la faccia al sole,
che non ti sei fatto rubare
e respiri, e respiri, anche un poco per me.

Vedo che stai con la faccia al sole,
che non ti sei fatto ingannare.
vedo che stai con la faccia al sole,
che non ti sei fatto rubare
e respiri, e respiri, anche un poco per me.

Andres: Ma mi chiedo se potremo noi due soli governare
una barca tanto grande da portarci in alto mare.

Settemari: Altra gente troveremo, che ha bisogno di partire.
Gente stanca del passato, con la voglia di capire...

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Come mai non si specchia la luna

Snob: Come mai non si specchia la luna nei miei occhi questa sera?
Come mai non si specchia la luna nei miei occhi questa sera?
Ho bevuto un po', alla festa c'era tutta gente bene,
elegante, interessante, spiritosa,
ma stasera mi mancava qualche cosa.
Ho sentito la mia allegria diventare malinconia.

Come mai non si specchia la luna nei miei occhi questa sera?

Drogato: Come mai non si specchia la luna nei miei occhi questa sera?
Mi son bucato e poi ho cercato come sempre di fuggire
via da un mondo grigio verso un mondo rosa,
ma stasera mi mancava qualche cosa.
ho intravisto la vita mia nella nebbia dell'apatia.

Come mai non si specchia la luna nei miei occhi questa sera?

Cantautrice: Come mai non si specchia la luna nei miei occhi questa sera?
Da un po' le mie canzoni le produco alla catena di montaggio.
Sì, va bene, che il mercato non riposa,
ma stasera mi mancava qualche cosa.
Ho bisogno di andare via, ritrovare la fantasia.

Come mai non si specchia la luna nei miei occhi questa sera?

Solisti: Come mai non si specchia la luna nei miei occhi questa sera?
Come mai non si specchia la luna nei miei occhi questa sera?

Andres: Io e lui tra poco andremo via e cercheremo un'isola perduta,
dove stanno tutte le risposte che il mondo non ci ha dato.

Settemari: Si, però, sappiamo bene che
non è uno scherzo questo nostro viaggio
e per ora siamo in due, ci serve un equipaggio!

Coro: Fammi provare ad aprire le labbra,
magari riesco a cantare;
fammi provare ad aprire le braccia,
magari riesco a volare.
C'è forse un cielo di lune perdute
dall'altra parte del mare.
E se laggiù la mia luna mi aspetta,
è la che voglio arrivare!

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Cosa porterai con te

Coro: Sì, partire, partire, finalmente partire,
per dove non si sa.
l'importante, per ora, soprattutto, è sapere perché si partirà.
coraggio! Dimmi cosa porterai con te?
Dimmi cosa porterai con te nel viaggio,
dimmi cosa porterai con te.

Vagabonda: Mi porterò le prime scarpe che m'han fatto camminare,
il primo volo immaginato dietro un palloncino rosso.

Sol. 1: Una matita colorata per sognare,
e qualche lucciola che luccica sul fosso.

Coro: Mi porterò, mi porterò, mi porterò...

Snob: Le cose che mi porto dentro, di valigie non ne ho.

Coro: Sì, partire, partire, finalmente partire,
per dove non si sa.
L'importante, per ora, soprattutto, è sentire
che hai scelto in libertà.
Coraggio! Dimmi cosa porterai con te?
Dimmi cosa porterai con te nel viaggio,
dimmi cosa porterai con te.

Cantautrice: Mi porterò la stretta calda della mano di un amico,
i miei accordi di chitarra e le canzoni che ho cantato.

Sol. 2: Le tende azzurre lungo il mare, il nostro fuoco,
quel po' d'amore che ho donato e ricevuto.

Coro: Mi porterò, mi porterò, mi porterò...

Snob /Drogato: Le cose che mi porto dentro, di valigie non ne ho.

Coro: Di valigie non ne ho.

Vagabondo: Mi porterò le mie radici, non rinnego quel che sono,
in fondo è questo il materiale su cui devo lavorare.

Sol. 3: Non è dal niente che si costruisce un uomo,
domani ha sempre un po' di eredità da ieri.

Coro: Mi porterò, mi porterò, mi porterò...

Snob / Drogato/Cantautrice: Le cose che mi porto dentro,
di valigie non ne ho.

Coro: Di valigie non ne ho

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Il mare delle nebbie

Andres: Voce del mio cuore, cosa c'è da fare?

Madre: Il mare delle nebbia dovrete attraversare,
dove fra le onde grigie si confonde
la strada della verità se l'uomo la nasconde.

Andres: E, se passeremo, dove arriveremo?

Madre: Vi troverete ai piedi di un grande arcobaleno,
cercate l'altro capo, vi apparirà un giardino,
e ognuno tra quegli alberi si rivedrà bambino,
poi andate in direzione del mattino.

Settemari: I discorsi che hai fatto per seguire il momento
e che poco più tardi hai gettato nel vento,
finiscono qui, nel mare delle nebbie
e restano qui, nel mare delle nebbie,
dove i mostri creati dalla tua fantasia
diventano veri e ti portano via.

Coro: E la nebbia sale dalla tua bocca
e la nebbia ti conosce, ti tocca
e la nebbia sale dalle tue mani,
nella nebbia non c'è domani.

Settemari: E da cieco butti via la tua vita
troppo in fretta per averla capita,
troppo debole per non diventare
preda dei serpenti di mare.

Le tue grandi promesse quasi sempre mancate
e l'orgoglio che riesci bene a vendere a rate,
finiscono qui, nel mare delle nebbie
e restano qui, nel mare delle nebbie.
E le spiagge create dalla tua fantasia
ti stanno davanti e ti portano via.

Coro: Ma se capita la luce di un faro
e ti sembra di vedere più chiaro,
non addormentarti, stai al timone,
tienti su con una canzone.

Settemari: Uscirai dal tuo groviglio di rotte
con la prima stella sulla tua notte.
Sentirai che, dentro, sei vivo ancora
che fra un attimo è l'aurora.

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Icaro

Icaro: Al mondo nessuno sa dove si trova la fine dell'arcobaleno.
Io solo lo so, perché ormai dai millenni percorro le vie del cielo.
nessuna paura, non sono nient'altro
che un uomo che un giorno ha vinto,
con ali di cera e di piume le mura bugiarde di un labirinto.
Le voci gridavano: "Icaro, Icaro, Icaro dove vai?
se ti ribelli, se lasci la strada segnata, ti pentirai!"
Ma io volevo tentare, spezzare la ruota dei secoli.
ma io volevo sapere, capire, così mi alzai...
e volai... e volai... e volai.
venite con me.... venite con me.

Coro: Icaro va', Icaro va'.

Icaro: Lasciate parlare chi dice che questo mio volo
finì troppo in fretta,
che il sole vicino bruciò le mie ali, che questo è quel che mi spetta.
Son solo bugie raccontate da chi vuol tenervi coi piedi al suolo,
da qualche nemico dei sogni che avrebbe paura di un vostro volo.
Ma voi lo vedete che Icaro, Icaro, Icaro è sempre qua
e all'altro capo dell'arcobaleno volando vi guiderà.
Laggiù vi aspetta la stessa, profonda, emozione che anch'io provai,
la stessa gioia che prese il mio cuore, quando mi alzai...
e volai... e volai... e volai.
venite con me... venite con me.

Coro: Icaro va', Icaro va'...

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Carillon

Sol. 1: L'arcobaleno l'abbiamo passato
e il mare adesso ha il colore di un prato.

Vagabondo: Un sogno dolce mi prende la mente
e vedo un bosco apparire dal niente.

Snob: Vedo migliaia di fiori sbocciare,
tanti che il mare non sembra più mare.

Sol. 2: Vedo bambini giocare nel bosco...
ma siamo noi, guarda! ... mi riconosco.

Cantautrice: Il mio sorriso, gli stessi miei occhi
e tanta innocenza che quasi la tocchi.

Sol. 3: Questi miei ricordi come mai sono qui?
Li credevo morti e li trovo così,
come se tutto il tempo non ci fosse mai stato e non fosse passato

Sol. 4: Che cosa hai fatto? Raccontami...

Sol. 5: Che strada hai scelto per vivere?

Sol. 4: E' stata l'erba o la roccia ad ascoltare il tuo passo?

Sol. 5: Che cosa hai messo nell'anima?

Sol. 4: Rugiada oppure fuliggine?

Sol. 5: Comunque non preoccuparti, perché puoi ricominciare.

Coro: Corri fra gli alberi alti, sui prati di maggio,
seguendo le nuvole.
Cercati sotto alle pieghe che segnano il viso,
il sorriso più limpido.
E, dolcemente, la musica dalla tua tasca
ti dice che non hai perso le piccole note del tuo carillon.

Sol. 6: I miei aquiloni sono ancora lassù,
nel mio cuore i tuoni non si sentono più
ed è come se il grillo non avesse finito di cantarmi l'estate.

Sol. 4: In cosa credi e non credi più?

Sol. 5: Che personaggio saresti tu?

Sol. 4: In quella favola antica, cicala oppure formica?

Sol. 5: Cosa volevi dagli anni tuoi?

Sol. 4: Cos'hai perduto e trovato poi?

Sol. 5: Comunque non preoccuparti, perché puoi ricominciare.

Coro: Corri fra gli alberi alti, sui prati di maggio,
seguendo le nuvole.
Cercati, sotto alle pieghe che segnano il viso,
il sorriso più limpido.
E, dolcemente, la musica dalla tua tasca
ti dice che non hai perso le piccole note del tuo carillon.

Andres: Scendi pure notte chiara, vieni a farci riposare,
che ci aspetta, domattina, altro mare da viaggiare,
scendi pure notte chiara.

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Bisogna fermarli

Coro: Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli

Potere: Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Signor Denaro, non l'hai vista quella gente?
Ci sta scappando, ma non dici proprio niente?

Denaro: Signor Potere, sto giocando col monopoli
e devo comperare viale Giulio Cesare.

Potere: Signor Denaro, non è tempo di scherzare,
se si sapesse in giro, ma che brutto affare!

Denaro: Signor Potere, devo dire che hai ragione tu.
Facciamo qualche cosa e poi non ci pensiamo più.

Coro: Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli

Potere: Madama Guerra dov'è? Fosse qui, un parere lo vorrei.
la soluzione per molti problemi sa darla solo lei.
lei ti distrugge un esercito con gusto e con abilità.

Coro: Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli

Potere: Madama Guerra vieni fuori, dicci che progetti hai.

Guerra: Scusate, ma giocavo con le costruzioni
le faccio poi le butto giù con i cannoni,
se non mi sbaglio parlavate di quel fatto là:
credete a me, vi dico che problemi non ne dà.
escluderei una violenza vecchio stile,
per quella gente occorre un'arma più sottile,
la persuasione: penso che di meglio non ci sia
e ho qualche esperto qui con me che aspetta solo il via.

Coro: Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli

Potere: Forza godiamoci questo spettacolo con tranquillità,
abbiamo un posto in poltrona che al mondo nessuno toccherà.

Denaro: E perché resti intoccabile, allora è già deciso che

Coro: Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli
Bisogna fermarli, bisogna fermarli

Guerra: Amici miei venite avanti, su il sipario: tocca a voi!

Fama: Sono la fama che grida e chiama
perché la gente si accorga di te,
ti insegno il salto, ti porto in alto
sul piedistallo più in vista che c'è.

Sirene: Siamo le sirene, ti vogliamo bene
e ti consigliamo tutto quel che ti conviene,
come care amiche siamo sempre qua
a guidare i passi tuoi con la pubblicità.

Droga: Se sei duro allora è bene che ti spinga
verso l'uso di una docile siringa
che in attimo ti toglierà i dolori
col portarti dentro quel che non c'è fuori:
è questo il mio potere

Potere: E mentre i nostri tecnici si vanno a preparare
controlla che quei pazzi non ci possano scappare.

Denaro: Non c'è da preoccuparsi, sono lì come bambini
e stanno, pensa un po', conversando coi delfini.

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Il delfino

Coro: Va e va il delfino e l'onda è schiuma sopra di lui,
va e va, cattura il sole e l'onda è fiore sotto di lui
e cielo e mare ormai non sono che un abbraccio senza fine.

Settemari: Io vorrei confondermi così nel vento,
io essere un'alba ed un tramonto,
pianura e poi acqua di fiume quando canto,
pioggia che cadendo in temporale sa
che verde renderà la terra.

Coro: Va e va il delfino e l'onda è grano davanti a lui,
va e va in testacoda e l'onda è strada dietro di lui
e i nostri mondi ormai non sono che lo stesso quieto mondo.

Vagabonda: Io vorrei sentirmi parte del progetto
che dall'infinito è stato scritto,
scolpito in me, come nell'alga e nel frumento,
grande in me, cuore che pulsa e che mi da
serena libertà d'amare.

Coro: Va e va il delfino e l'onda è tuono intorno a lui,
va e va come una nota e l'onda è vita dentro di lui
e cielo e mare ormai non sono che un abbraccio senza fine,
e i nostri mondi ormai non sono che lo stesso quieto mondo.

 

Indice
La fama

Fama: Sono la fama, che grida e chiama
perché la gente si accorga di te.
T'insegno il salto, ti porto in alto sul piedistallo più in vista che c'è.
Ho mille occhi, ho mille orecchie e gambe lunghe che girano il mondo,
ti tengo in mano come un cerino e quando soffio, lo sai, ti nascondo.

Tu mi devi dare solo la tua vita, cosa vuoi che sia, è solo la tua vita,
domani tutti sapranno chi sei
e tu guardandoti allo specchio non ti riconoscerai.

Non ti conviene cercare pace in qualche terra magari perduta,
troppo lontana, troppo distante perché la fama laggiù non ti aiuta.
Scegli il paese di folla e strade dove sia facile coi miei canali
fare apparire mattina e sera il tuo sorriso su tutti i giornali.

Tu mi devi dare solo la tua storia, cosa vuoi che sia, è solo la tua storia
e se è banale tu affidati a me
ed io t'invento il personaggio più incredibile che c'è!

Sono la fama, che grida e chiama perché la gente si accorga di te.
T'insegno il salto, ti porto in alto sul piedistallo più in vista che c'è.
Ho mille occhi, ho mille orecchie e gambe lunghe che girano il mondo.
Ti tengo in mano come un cerino
e quando soffio, lo sai..., fffh!... ti nascondo.

Indice
Le sirene

Sirene: Siamo le sirene, ti vogliamo bene
e ti consigliamo tutto quel che ti conviene.
Come care amiche siamo sempre qua
a guidare i passi tuoi con la pubblicità.

Sirena 1: Cresci i tuoi bambini con i biscottini,
con i formaggini, con i bastoncini.
Mettigli stasera questi pannolini
riescono persino ad arginare il Po.

Sirene: Come fai, come fai, fai, fai?
Come fai, come fai, come fai, fai fai?

Sirena 2: Ma come fai a vivere se nel tuo frigorifero
non c'è quel salamino che ti salta nel panino,

Sirena 3: o se non hai lo shampoo che ha pelato mezzo mondo
ma conviene, perché in fondo, compri uno e paghi tre?

Sirene: Non puoi, non puoi, non ti resta che cantare insieme a noi, dai!
Siamo le sirene, ti vogliamo bene
e ti consigliamo tutto quel che ti conviene.
Come care amiche siamo sempre qua
a guidare i passi tuoi con la pubblicità.

Sirena 1: Vestiti da Zorro con l'insetticida,
la zanzara non la senti come grida?

Sirena 3: Cambia il detersivo come alla tivù
e vedrai che bianco il tuo vestito blu.

Sirene: Come fai, come fai, fai, fai?
Come fai, come fai, come fai, fai fai?

Sirena 2: Ma come fai a vivere se in tazza, la mattina,
non ti bevi un caffelatte con la nitroglicerina?

Sirena 1: Sì, quella che ti lascia con lo stomaco distrutto
ma che è sempre, dopo tutto, un'esplosione di energia.

Sirene: Non puoi, non puoi, non ti resta che cantare insieme a noi, dai!
Siamo le sirene, ti vogliamo bene
e ti consigliamo tutto quel che ti conviene.
Come care amiche siamo sempre qua
a guidare i passi tuoi con la pubblicità.

Credi alle sirene. Ascolta le sirene.
lasciati tentare, fatti accarezzare, addormentare dai...
dalle sirene.  Oh yeah!

Indice
Non vedo, non sento

Droga: Non guardare, non parlare, non pensare,
ma sorridi, questo si che lo puoi fare.
Non badare a quello che il tuo cuore dice,
posso comandarti d'essere felice, battendo le mie mani.
Uno due, uno due, uno due, uno due

Coro: Uno due, uno due, uno due, uno due

Droga: Lo sai bene che una decisione pesa
prima e pure dopo quando la si è presa.
E' per questo che ti voglio favorire
e deciderò per te, stai a sentire, il colpo delle mani.
Uno due, uno due, uno due, uno due

Coro: Uno due, uno due, uno due, uno due,
uno due, uno due, uno due, uno due.

Non vedo più, non sento più, non parlo più,
non penso più, non scelgo più,
non cerco più, non trovo più, non credo più,
non amo, più, non vivo più.

Droga: Segui solo la luce che si accende e si spegne,
non è luce del sole, ma non ne hai bisogno.
Nella musica folle tieni acceso il mio fuoco,
se lo senti morire fuma un altro poco.

Se sei duro allora è bene che ti spinga
verso l'uso di una docile siringa
che in attimo ti toglierà i dolori
col portarti dentro quel che non c'è fuori:
è questo il mio potere.
Uno due, uno due, uno due, uno due

Coro: Uno due, uno due, uno due, uno due,
uno due, uno due, uno due, uno due

Non vedo più, non sento più, non parlo più,
non penso più, non scelgo più,
non cerco più, non trovo più, non credo più,
non amo più, non vivo più.

Droga: Non vedere più il cielo non sarà cosa strana,
la tua vita sarà una metropolitana.
Non ti sembrerà vero ma ti do l'occasione
di sentirti leggero senza la ragione!

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Cercati

Madre: Figlio, l'hai visto, si cade ogni giorno
e per cadere è abbastanza un momento.
E' così debole e fragile l'uomo
che si abbandona ad un soffio di vento.
Ma tu continua, ti prego, resisti!
legati all'ultimo raggio di sole
e fai coraggio a quei pochi rimasti
ti suggerisco, se vuoi, le parole:
ci sono tanti piccoli pezzetti di te stesso
dispersi un po' qua e un po' là.
Ritrovali, raccoglili, rimettili nel petto,
l'amore li incollerà, l'amore li incollerà.

Andres: Ci sono... dispersi... dispersi un po' qua un po' là.
Ci sono tanti piccoli pezzetti di te stesso
dispersi un po' qua e un po' là.
Ritrovali, raccoglili, rimettili nel petto,
l'amore li incollerà, l'amore li incollerà.

Settemari: Ci sono tanti piccoli pezzetti di te stesso
dispersi un po' qua e un po' là.
Ritrovali, raccoglili, rimettili nel petto,
l'amore li incollerà, l'amore li incollerà.

Andres: Cercati nel tuo bagaglio di emozioni,
cercati nella realtà che cresce dai tuoi sogni,
cercati nei segni che tu lasci al tempo,
anche in un istante che ti sembra senza senso.
Ma cercati, cercati, e se ti troverai non lasciarti mai.

Settemari: Ci sono tanti piccoli pezzetti di te stesso
dispersi un po' qua e un po' là.
Ritrovali, raccoglili, rimettili nel petto,
l'amore li incollerà, l'amore li incollerà.

Andres / Settemari: E non lasciarti andare, indietro non tornare,
non farti lusingare e non morire ancora.

Settemari: Cercati qualunque sia la tua stagione
può venire sempre un'altra età della ragione,
cercati al mattino, cercati al tramonto,
quando stai partendo e quando provi a fare il conto.
Ma cercati, cercati e se ti troverai non lasciarti mai.

Andres / Settemari: Ci sono tanti piccoli pezzetti di te stesso
dispersi un po' qua e un po' là.
Ritrovali, raccoglili, rimettili nel petto,
l'amore li incollerà, l'amore li incollerà.
E non lasciarti andare, indietro non tornare,
non farti lusingare e non morire ancora.

Andres: Cercati nel buio dietro al carnevale

Settemari: Cercati nel cuore della notte di Natale

Andres: Cercati nell'altro che ti vive accanto

Settemari: Cercati vivendo la sua gioia ed il suo pianto.
Ma cercati, cercati...

Andres: e se ti troverai non lasciarti mai.

E questo mare in controluce sa di magia,
nei miei pensieri un soffio di poesia:  mi chiedo cosa sia.

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Tempesta!

Vagabondo: Terra! Terra! Terra! Se non mi sbaglio vedo terra,
sono sicuro è proprio terra,
ehi gente, finalmente terra... terra, terra, terra.

Terra, Andres, ti sembra la tua terra?
ti dice niente questa terra? non ti ricorda la tua terra?

Coro: Terra, terra, terra.

Andres: È lei! Se dorme noi la sveglieremo
e le canteremo, sottovoce, che le portiamo pace.
Parola dolce, che un brivido darà ai rami nudi nel vento
e sarà come pioggia sull'erba bruciata,
terra perduta e ritrovata, vita perduta e ritrovata.

Eppure un poco mi dispiace perché un isola felice,
in fondo, non fa felice il mondo.
Forse nessuno è profeta in casa sua,
ma se ha qualcosa da dire deve almeno tentare di farsi ascoltare.
E invece noi ci chiuderemo in questo nostro paradiso
senza avere condiviso niente con chi non è presente.
Ed ho paura che il sogno finirà!
Terremo stretto e segreto quel che abbiamo capito,
che abbiamo imparato,
ma il mondo non sarà cambiato,
il mondo non sarà cambiato.

Coro: Terra!

Andres: Peccato

Coro: Terra, terra, terra!

Andres: Tutto sbagliato

Coro: Terra, terra, terra!

Andres: Il mondo non sarà

Coro: Terra, terra, terra!

Andres: cambiato...

Coro: Terra, terra, terra!

Andres: Il mondo non sarà cambiato.

Coro: Il mare si fa grosso, il mare si fa grosso,
il mare si fa grosso, il mare.
Il cielo si fa nero, il cielo si fa nero,
il cielo si fa nero, il cielo.
Il vento si fa grido, il vento si fa grido,
il vento si fa grido, il vento.
Il lampo si fa spada, il lampo si fa spada,
il lampo si fa spada, il lampo.

Settemari: Tempesta! Tenersi forte, c'è tempesta!
giù quelle vele c'è tempesta!
forza coi remi c'è tempesta!

Coro: Tempesta, tempesta, tempesta.

Andres: Cos'è? Cos'è la forza che ci assale,
che fa ribollire il mare adesso che manca un passo?
È forse il dubbio che sta crescendo in noi,
se sia più giusto arrivare, solo in pochi,
o tornare per dire, per fare.
Tra l'altruismo e l'egoismo non è facile viaggiare,
non è facile restare a galla, c'è sempre qualche falla:
una la chiudi, ma un'altra si aprirà,
finché non gridi:
"va bene, torno a dare una mano se manca qualcuno"
e un giorno arriveremo insieme, domani arriveremo insieme.

Coro: Va bene

Andres: Va bene

Coro: Va bene, va bene, va bene

Andres: Se il legno tiene

Coro: Va bene, va bene, va bene

Andres: Domani arriveremo

Coro: Va bene, va bene, va bene

Andres: Insieme

Coro: Va bene, va bene, va bene

Andres: Domani  arriveremo insieme.

Coro: Il mare si fa miele, il mare si fa miele,
il mare si fa miele, il mare.
Il cielo si fa chiaro, il cielo si fa chiaro,
il cielo si fa chiaro, il cielo.
Il vento si fa brezza, il vento si fa brezza,
il vento si fa brezza. il vento.
Il lampo si fa sole, il lampo si fa sole,
il lampo si fa sole, il lampo.

 

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Io re del mondo

Andres: Lasciamoci dietro le terre incantate,
lo so che ogni tanto è importante sognare,
ma è nella realtà che dobbiamo restare
è lei che dobbiamo cambiare.
Sui campi di grano e di filo spinato
Adamo vestito di luce cammina
ed Eva sorride, gli tiene la mano,
coraggio, la storia continua.

Eva: A voi che amate il mondo fino al punto di tornare
per far del mondo un'isola a portata di ogni mano,
vogliamo dire grazie, perché il nostro camminare
ritrova un senso ed Eva è sempre in viaggio con Adamo.

Adamo: Non siamo più riusciti a ricreare un paradiso
abbiamo seminato e coltivato troppi errori,
ma oggi, tra le lacrime, c'è l'ombra di un sorriso,
voi che già siete in salvo non ci lascerete soli...

Io re del mondo, io padrone, io con la corona in testa,
io cosa sono stato in fondo?
Niente altro che un re di cartapesta.

Eva: Se nel tuo giorno vivi sola la paura del tramonto
corri, t'affanni, finché scordi la ragione per cui stai camminando.

Adamo / Eva: Il mondo grande diventava e qualche cosa ci sfuggiva
in ogni Babilonia che nasceva fino al confine di una riva,
poi quella riva si lasciava, un'altra terra si scopriva,
un'altra Babilonia si creava e la risposta non veniva.

Adamo: Ma siamo nati dall'amore perché fosse amore il tempo.
E' amore il senso d'ogni vita dall'istante del primo sentimento.

Eva: È la risposta al di là d'ogni possibile confine,
fiore di mille primavere, rosa rossa cresciuta tra le spine.

Coro: Amore preda d'ogni guerra, amore pallido di morte,
amore soffocato sotto terra dal peso di una cassaforte,
amore perso ad ogni passo, amore offeso e rinnegato,
amore mille volte crocifisso ed ogni volta ritrovato.
Di mano in mano una fiaccola che mai nessuno ha spento
ha rischiarato i monti, il piano, le foreste, le torri di cemento;
chi l'ha veduta l'ha seguita per uscire dalla notte
con lo stupore di chi un giorno vide il fuoco
illuminar le grotte.

Adamo: Per questo il mondo può tornare adesso come appena nato:
terra nutrita di speranze che i deserti non hanno soffocato!

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L'isola e la luna

Andres: Marinaio d'ogni mare che hai due solchi sulle mani
e occhi stanchi di cercare qualche volo di gabbiani,
la tua isola incantata l'hai davanti tutti i giorni,
solo tu sei la tua meta, qui partivi e qui ritorni.

Sol. 1: Alla fine di un viaggio tra gli scogli del tuo dolore,
alla fine di un giorno, se domani sarà migliore,

Sol. 2: alla fine di un dubbio lungo come una galleria,
alla fine di un pianto che si fa poesia.

Coro: Restano soltanto l'isola e la luna,
luna nuova, ma pian piano crescerà.
luce di lanterna alta nelle mani
di una nuova più pulita immensità.

Sol. 3: Alla fine di un grido che ti lascia col fiato corto,
alla fine di un sonno che hai confuso con l'esser morto,

Sol. 4: alla fine dell'onda che ti stava portando via,
alla fine del gorgo dell'ipocrisia.

Coro: Restano soltanto l'isola e la luna,
luna nuova, ma pian piano crescerà,
luce di lanterna alta nelle mani
di una nuova più pulita immensità.

Marinaio d'ogni mare che hai due solchi sulle mani
e occhi stanchi di cercare qualche volo di gabbiani
la tua isola incantata l'hai davanti tutti i giorni
solo tu sei la tua meta...

Andres: Qui partivi e qui ritorni, qui ritorni qui partivi e qui ritorni.

Hai viaggiato nel sogno ma il tuo viaggio non era fuga,
ti dovevi levare dal tuo guscio di tartaruga,
per amare l'amore e per essere un segno in più,
che quell'isola è sempre dove vivi tu.

Coro: Restano soltanto l'isola e la luna,
luna nuova, ma pian piano crescerà,
luce di lanterna alta nelle mani
di una nuova più pulita immensità

restano soltanto l'isola e la luna,
luna nuova, ma pian piano crescerà,
luce di lanterna alta nelle mani
di una nuova più pulita immensità...
di una nuova umanità, di una nuova umanità.

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